mercoledì 1 luglio 2015

I colori di Oplontis

La cosa importante è non smettere mai di domandare. La curiosità ha il suo motivo di esistere. Non si può fare altro che restare stupiti quando si contemplano i misteri dell’eternità, della vita, della struttura meravigliosa della realtà. È sufficiente se si cerca di comprendere soltanto un poco di questo mistero tutti i giorni. Non perdere mai una sacra curiosità.
Albert Einstein


                 Gli scavi di Oplontis, un mondo di meraviglie


Oggi vi mostro una serie di straordinari dipinti antichi venuti alla luce dopo lunghi anni di restauri. Per scavi archeologici di Oplonti si intende una serie di ritrovamenti archeologici appartenenti alla zona suburbana pompeiana di Oplontis, seppellita insieme a Pompei, Ercolano e Stabiae dopo l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.


Oplontis è probabilmente quella che offre le più significative testimonianze monumentali del suburbio pompeiano. L'insieme degli edifici di età romana rinvenuti, a cominciare dall'epoca borbonica, nella moderna città di Torre Annunziata, è riferibile ad un vero e proprio centro urbano periferico, sottoposto amministrativamente alla giurisdizione di Pompei, caratterizzato dalla presenza di splendide ville ed edifici pubblici, collegati da strade. Ciò che caratterizza Oplontis è la presenza di due monumentali edifici di diversa destinazione: la cosiddetta Villa di Poppea, un gioiello di architettura romana, e grandioso e lussuoso complesso a carattere residenziale, e la Villa di Crassius Tertius, attualmente chiusa al pubblico, un'azienda incentrata sulla lavorazione di prodotti della terra.


La villa di Poppea, messa in luce tra il 1964 e il 1984, costituisce il più classico esempio di villa di Otium, edificata in prossimità della costa laddove, anche per la salubrità del clima, chi vi risiedeva poteva ritemprare il corpo e lo spirito lontano dalla vita caotica della capitale. Impreziosito da spettacolari decorazioni pittoriche in stile pompeiano e arricchito da pregevoli suppellettili, quali le sculture in marmo bianco, che ne decoravano i giardini e la piscina, l'edificio presenta le caratteristiche tipiche delle residenze patrizie. Attribuita a Poppea, moglie di Nerone, sulla base di alcune testimonianze che fanno riferimento alla persona dell'imperatrice, la villa doveva comunque far parte del ricco patrimonio immobiliare che la famiglia imperiale possedeva sulla costa campana.


La Villa dei Misteri è una villa suburbana di epoca romana ubicata a qualche centinaio di metri fuori dalle mura nord dell'antica città di Pompei. Di carattere rustico-residenziale, venne sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.; riportata alla luce a partire dal 1909, è uno degli edifici più visitati degli scavi di Pompei, soprattutto per la serie di affreschi del triclinio, raffiguranti riti misterici, ben conservati, da cui la struttura prende il nome. 


Questa dimora comprende oltre 70 ambienti per circa 3mila metri quadrati ed è un esempio di commistione tra villa d’otium, dal panorama unico e villa rustica situata nella parte suburbana di Pompei. Appartenuta forse alla famiglia degli Istacidii, risale al II. secolo a. C. con successive trasformazioni fino al momento dell’eruzione nel 79 d. C. Le decorazioni delle pareti si differenziano a seconda del periodo storico durante le quali sono state realizzate. Il tablino è affrescato con pareti nere mentre nel ciclo pittorico del Salone dei Misteri è il rosso a prevalere. La vera meraviglia del complesso però la troviamo nella camera attigua, che consiste in uno dei più straordinari dipinti murali dell'antichità. Una complessa rappresentazione che copre tre pareti e che fra le tante interpretazioni che le sono state date
sembra rappresentasse i momenti essenziali di una cerimonia sacra relativa ai culti in onore di Dioniso.



Fare facilmente ciò che gli altri trovano difficile è talento.
Fare ciò che è impossibile al talento è genio. 
Henri-Frédéric Amiel

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