Croci

LA STORIA DELLE CROCI 
Voglio raccontarvi come è nata la storia della mia collezione delle 394 croci:
Nel 1999 ci siamo trasferiti per tre anni e mezzo in Germania, in un posto bellissimo chiamato Starnberg, vicino a Monaco di Baviera. Era famoso perché lì c’era e c’è ancora un grande centro riabilitativo per bambini spastici.
Mio figlio Rodolfo, chiamato Lillo, allora aveva cinque anni e ha sempre urlato e nessuno sapeva mai il perché. Noi, poveri genitori senza esperienza, potevamo solo andare a tentativi: sete, fame, cambiare pannolino, (un miliardo e mezzo di volte !) cambiare musica, cambiare giocattolo, prenderlo in braccio , ecc... Ma continuava spesso a urlare senza smettere.
Nessun medico di competenze neurologiche, psicologiche o di disturbi comportamentali capiva il motivo. Andavano a tentativi pure loro: suo figlio ha micro convulsioni, suo figlio è autistico, suo figlio ha una gravissima mancanza di calcio, suo figlio ha una forte intolleranza alla proteina del latte, suo figlio è diverso da tutti gli altri. Beh, questo lo sapevamo, ma alla fine siamo rimasti soli con lui e le sue urla. Ho capito presto come calmarlo, bastava metterlo in macchina, accendere la musica, ma solo quella allegra, piena di vita, ritmica e veloce, insomma le melodie che fanno venire voglia di andare in vacanza. Guai a mettere brani lenti.
Così in un anno, abbiamo fatto 40 000 km, con Lillo seduto dietro nel seggiolino, felice e contento, sorridente e soddisfatto, mentre lo portavamo in giro con la macchina e tante volte ho fatto queste avventure da sola. Mi sembrava sprecato girare a vuoto in un paesaggio così bello e romantico, pieno di praterie, laghi, montagne e alberi di tutti i tipi, quando all'improvviso mi apparivano delle croci di campo in ogni angolo, in mezzo a due alberi, vicino alle fattorie, isolati in alto sulle colline, vicino ai laghetti, uno più bello dell’altro, come guardiani della Fede che stavano lì per proteggere il posto. Quanta meraviglia! Ora i tanti chilometri non erano più inutili. Davanti ad ogni croce mi sono fermata per pochi istanti ad ammirare la sua bellezza e ho pregato “ Dio ti prego, regalami un altro figlio, non voglio lasciare Lillo da solo.” Ho iniziato a fotografare una croce dopo l'altra, mentre mio figlio ascoltava i brani inseriti nel caricatore Mercedes, che per fortuna conteneva ben 10 Cd, tutti ritmi tropicali, quando fuori faceva spesso meno 24 gradi.
Parcheggiavo, scendevo e fotografavo la croce che trovavo. Quando ero arrivata al numero 100 ho detto a mio marito “ Ho fotografato 100 croci bellissime!” e lui “ Beh, che ci vuoi fare?”
Ed io “ Sarebbe bello metterle tutte insieme, fare una collezione .”
 “Allora fanne 200!”
Alla fine avevo girato tutta la zona dei cinque laghi, come credo nessuna persona nata sul posto abbia mai fatto, ne ho raccolte 394 croci, tutte splendide!
Subito è nata la voglia di fare un libro. Siamo andati a Monaco di Baviera, nella più grande libreria del centro e ho chiesto se esisteva una raccolta delle più belle croci della zona dei cinque laghi e la commessa mi diceva sorpresa “ No, Signora! Sarebbe bello se esistesse!”
Fantastico, il libro era mio !
Durante questi due anni in cui iniziavo la mia raccolta sono successe cose molto strane, incredibili. Una croce in particolare non veniva mai, tutte foto sfogate o non si vedeva proprio niente, non funzionava il flash. Io ritornavo lì parecchie volte e sempre lo stesso risultato, finchè un nostro amico di famiglia, un frate francescano, Padre Felice, ci consigliava di cospargerlo di acqua santa prima dello scatto. Miracolo, è diventata una delle foto più belle all’ultimo tentativo.
Mia madre che viveva a Vienna mi diceva “ Gaby, i tuoi fratelli dicono che sei esaurita perchè ti sei messa a fotografare le croci. E mentre lo diceva rideva, e io con lei, e commentavamo la loro grande preoccupazione, che per giustificare questa “strana scelta”, dicevano che la povera sorella si sarà data alla chiesa e che ormai era persa. Oggi, dopo tanti anni, lo pensano diversamente e hanno capito il mio messaggio di speranza e di Fede.
Mi hanno commossa, ma non gliel'ho mai detto, ho continuato con il mio progetto, portare a termine la realizzazione di un bellissimo libro e poi devolverlo in beneficenza per i bambini spastici.
Arrivati alla foto dell’ultima croce è successo una cosa che non scorderò in tutta la mia vita, e che mi ha fatto credere ancora di più, che tutto questo impegno, che avevo fatto con cura, dedizione e tenacia per gli ultimi anni, è una chiara testimonianza che esiste qualcosa di più grande di noi: Ho saputo di aspettare un bambino. Ho tenuto il segreto finchè non avevo il risultato delle analisi del sangue per dirlo a mio marito e per avere l’assoluta certezza.
Allora ho chiamato il prete della chiesa più grande di Starnberg, e visto che era un giorno in cui la chiesa era chiusa il pomeriggio, gli ho chiesto se per favore poteva tenerla aperta per me, perché volevo comunicare la bella notizia davanti all’altare.
Così ho deciso e mentre entravamo insieme, vedevo il prete in lontananza, con un sorriso per la bella sorpresa, che si nascondeva nella sacrestia. Ci siamo messi seduti in prima fila e mio marito mi chiedeva “Che siamo venuti a fare qui ?”
 Io ho risposto “La vedi questa croce? Ti devo dire una cosa, qui ed ora.” C'era silenzio …
Ho preso fiato: “Aspetto un altro bambino.” E mentre mi scoppiava il cuore in gola dall’emozione e non vedevo l’ora di sentire un abbraccio che mi togliesse il fiato, mi rispondeva soltanto “zitta, zitta, zitta!” e siamo usciti dalla chiesa, senza abbraccio.
La presentazione del libro era meravigliosa, la banca centrale ci ha dato tutto il luogo a disposizione e un’orchestra tradizionale bavarese ha suonato in omaggio per noi.
Ho parlato davanti a centinaia di invitati reggendomi il pancione, emozionatissima, ma sicura che questa volta tutto sarebbe andato bene, mancavano soltanto 2 settimane al parto ed ero arrivata al termine della gravidanza. Quando mio figlio  Antonio, l’unico tedesco in famiglia, ha compiuto 6 anni, mi ha chiesto “Mamma, voglio vedere dove sono nato.”
E allora gli ho raccontato la storia delle croci, delle mie preghiere davanti ad ognuna delle 394 esemplari, per avere lui, con il forte desiderio di fargli vedere alcune di loro.
L’ho riportato davanti all’immagine che mi dava sempre speranza, forza e coraggio, quando più ne avevo bisogno, e ho detto “ Eccolo qua, mio figlio, te l’ho portato e sono ritornata per ringraziarti !”
Così ho imparato che cos’era la Fede.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


8 commenti:

  1. questa storia è bella, attraverso questa storia si capisce che attraverso la fede possiamo andare avanti e dio è misericordioso . sono carine le foto. continua ad avere fede in dio.... ho capito che sei una persona con una grande fede mi raccomanto nn perdere mai questa fede. p.s. questo è un consiglio di un'amica il tuo bimbo è bellissimo.

    RispondiElimina
  2. Per compiere grandi passi non dobbiamo solo agire, ma anche sognare.
    E chi ha una grande Fede non rinuncerà mai a sognare !
    I sogni servono per essere realizzati.
    Tutto arriva per quello che sa aspettare.
    Grazie cara Stefania

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione chi ha una grande fede come noi due perchè anch'io ho una grande e sono d'accordo,i sogni sono importanti per sentirsi realizzati nella vita.Comunque io sono una terapista occupazionale e lavoro con persone disabili di ogni tipo per esempio persone che hanno difficoltà nel relazionarsi con mondo e soprattutto lavoro con persone che hanno difficoltà nello svolgere qualunque attività di tutti giorni... io ti faccio i complimenti perchè hai una forza e poi ti faccio i complimenti per il sito :) a presto

      Elimina
  3. Complimenti! mi sono imbattuta nel tuo blog per caso.....ahahhahah anche se per caso non accade mai nulla.....cercavo cuori...e ho trovato te e anche queste bellissime croci

    RispondiElimina
  4. Grazie cara Mariapina, hai perfettamente ragione, nulla accade per caso e mi fa tanto piacere che sei arrivata nel mio blog, anche perchè se cercavi cuori, c'è l'imbarazzo della scelta!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. quante storie ho ascoltato nella mia carriera di sanitario......... mamme coraggiose e devote a nascituri segnati da croci da portare e miracolosamente felici di portarle, con quell'anima pura che la luce ha regalato loro. Non conoscono la cattiveria o lo stress quotidiano, sorridono a tutto e tutti. Aspettano noi curanti la mattina con versi animaleschi per chi dall'esterno ascolterebbe, mentre li curiamo e laviamo, togliendo loro lo sporco fisiologico, nasce un dialogo fatto di parole e versi; sorrisi e sguardi lucidi, convulsioni di felicità ai nostri tocchi giocosi e il silenzio che dopo nasce dopo aver acceso la radio che regala musica a quell'anima che non può comunicare con l'umano ma che mi piace credere comunica col Divino............. che li incoraggia a sopportare la croce.

      Elimina
    2. Ciao Gaby,
      mi ha toccato e regalo alla tua anima la mia esperienza di sanitario in reparto disabili.
      Ci aspettano la mattina con versi che all'ascolto esterno potrebbero sembrare animaleschi, ma che a noi danno il gioioso benvenuto. Nel frattempo che somministriamo le terapie e li laviamo dai loro bisogni fisiologici, nasce un dialogo fatto di versi e apparenti convulsioni alla risposta dei nostri tocchi giocosi; ad un nostro sorriso corrisponde un'agitazione corporale fatto di movimenti stereotipati e sguardi lucidi. Conversiamo con loro con cognizione di causa non sapendo fino a che punto possiamo essere compresi, ma sentiamo un'energia di corrispondenza che a me piace credere provenga dal Divino. Lo stesso divino che ha dato loro una croce da sopportare e che col nostro aiuto rendiamo il più possibile dignitosa. Loro non conoscono la cattiveria o il nostro stress quotidiano e quell'aria trasognata li rende puri e forse anche privilegiati. Un bacio

      Elimina
    3. Grazie delle tue parole caro Salvatore. Hai ragione, noi mamme di figli speciali, siamo prescelte di un destino diverso e difficile. Siamo coraggiose guerriere, devote infermiere 24h su 24, inarrestabili missionarie d'amore e sorridiamo alla vita, perchè sappiamo cogliere la bellezza e la felicità in ogni piccolo istante.

      Elimina