giovedì 26 marzo 2015

Laß ein gutes Wort das letzte sein



Das Gute Wort
Sag morgens mir ein gutes Wort
Bevor du gehst von Hause fort.
Es kann so viel am Tag gescheh’n,
wer weiß, ob wir uns wiederseh'n.
Sag lieb ein Wort zur guten Nacht,
wer weiß, ob man noch früh erwacht.
Das Leben ist so schnell vorbei
und dann ist es nicht einerlei,
was du zuletzt zu mir gesagt,
was du zuletzt hast mich gefragt.
Drum laß ein gutes Wort das letzte sein.
Bedenk: Das letzte könnt’s für immer sein!


Questa poesia è di una persona eccezionale ed unica, Rudolf alias Renatus Nagel, che non c'è più, e che ho conosciuto tanti anni fa a Starnberg, vicino Monaco di Baviera, quando abbiamo vissuto lì per tre anni e mezzo, la durata della terapia riabilitativa di mio figlio, nato prematuro. 
Herr Nagel, all'epoca quasi ottantenne, trafficava dalla mattina alla sera nel suo giardino pieno di figurine, animaletti e bambole di plastica. Ognuno che ci passava, grandi o piccoli, si fermavano sempre per parecchio tempo. Era un vero e autentico "Märchengarten", il giardino delle favole e lui, Renatus, sembrava il re degli elfi, barba lunga bianca, cappello alpino, qualche dente che mancava e un dolcissimo sorriso!



Anch'io mi intrattenevo spesso per scambiare due chiacchiere. Lavorava come giardiniere nelle ville del quartiere. Quanto peso di tronchi tagliati riusciva a portarsi via con semplicità e umiltà senza fermarsi mai! Lo ammiravo. Una volta, non so perchè, l'ho accompagnato al cimitero e dopo una lunga passeggiata mi ha fatto vedere un posticino di prato verde, che aveva "riservato" per lui, dicendo: "Questa collina mi piace, perchè ci batte sempre il sole."
Ed è lì che ora riposa. 


La poesia dice, 
la mattina dimmi una parola gentile prima che tu esca di casa. Possono succedere tante cose durante la giornata, chissà se ci rivediamo. Dì una parola gentile per la buona notte, chissà se ci risvegliamo. La vita finisce così in fretta, allora non è uguale quello che mi hai detto per ultimo e quello che mi hai chiesto per ultimo. Perciò lascia che una buona parola sia l'ultima e pensa che potrebbe essere per sempre! 
Questo pensiero sembra un pò, come dire all'italiana, "porta sfortuna", ma in realtà appartiene a una mentalità nordica, molto credente e profonda, che esprime un pensiero di gratitudine al suo prossimo: mai lasciarsi con una brutta parola.
E riflettendo credo che abbiano ragione i signori delle antiche usanze delle buone maniere. 



Ai tanti amici tedeschi ed austriaci e a chi conosce la lingua tedesca un altro pensiero del re degli elfi.


Si ha paura di migliaia di cose, del dolore, dei giudizi, del proprio cuore. Si ha paura del sonno, del risveglio, paura della solitudine, del freddo, della follia, della morte. Specialmente di quest'ultima, della morte.
Ma sono tutte maschere, travestimenti.
In realtà c'è una sola paura: quella di lasciarsi cadere, di fare quel passo verso l'ignoto lontano da ogni certezza possibile. C'è una sola arte, una sola dottrina, un solo mistero: lasciarsi cadere, non opporsi recalcitrando alla volontà di Dio, non aggrapparsi a niente, né al bene né al male. Allora si è redenti, liberi dalla sofferenza, liberi dalla paura.
Hermann Hesse


Ciò che conta è tutto dentro di noi. Da fuori nessuno ci può aiutare. Non essere in guerra con se stessi, vivere d'amore e d'accordo con se stessi, allora tutto diventa possibile.
Hermann Hesse

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