giovedì 26 marzo 2020

Andiamo avanti con forza e coraggio e con la primavera dentro




Cari amici, 
è da tanto che non scrivo più sul mio blog, un pò perchè mi sono volutamente allontanare dal web, specialmente da Facebook e Messenger. Gli amici virtuali erano sempre in aumento e non potendo più rispondere ad ognuno ho preferito dare la precedenza alle piccole cose della vita, quelle che si dimenticano e che non si fanno più, essendo tutti dipendenti dal gigante internet. 
Oggi vi scrivo perchè voglio dare il mio piccolo contributo e condividere un pensiero positivo per lenire la sofferenza di questo dramma dell'epidemia Coronavirus. Ci ha colpito in tutto il mondo, ci allontana, ci costringe di rimanere segregati in casa e ci mette in uno stato di isolamento forzato, con paura e angoscia. E' una guerra, uno stato di terribile solitudine, che non conoscevamo.
Preghiamo per le tante vittime che questa malattia contagiosa si è portata via senza pietà. 
Cerchiamo di non cadere nella trappola della tristezza e della depressione, per non abbassare e indebolire il nostro sistema immunitario. Pratichiamo, nonostante tutto, un pensiero e un atteggiamento ottimista, motivato da una profonda consapevolezza perchè può cambiare ogni giorno in un’esistenza più serena, senza ansia e paure. 
Mai come in questo momento abbiamo bisogno di un augurio di speranza che questo incubo possa finire presto per farci ricominciare, tornare alla nostra normalità, le nostre abitudini, abbracciare e frequentare parenti e amici. Il contatto fisico è così importante per noi esseri umani, il calore e la vicinanza. Quando non c'è Amore, la vita si ferma. A tutti i miei amici di Milleunsorriso, forza e coraggio, restiamo uniti, un giorno torneremo a sorridere e ad amare ancora di più.


Mi ha colpito molto il profondo significato di questa bella storiella, tratta dal Libro Rosso di Jung, anche conosciuto come Liber Novus ("Libro Nuovo" in latino), è un'opera di 205 pagine scritta e illustrata dallo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung approssimativamente fra il 1913 e il 1930, ma pubblicata postuma soltanto nel 2009. 

"Capitano, il mozzo è preoccupato e molto agitato per la quarantena che ci hanno imposto al porto. Potete parlarci voi?"
"Cosa vi turba, ragazzo? Non avete abbastanza cibo? Non dormite abbastanza?"
"Non è questo, Capitano, non sopporto di non poter scendere a terra, di non poter abbracciare i miei cari".
"E se vi facessero scendere e foste contagioso, sopportereste la colpa di infettare qualcuno che non può reggere la malattia?"
"Non me lo perdonerei mai, anche se per me l'hanno inventata questa peste!"
"Può darsi, ma se così non fosse?"
"Ho capito quel che volete dire, ma mi sento privato della libertà, Capitano, mi hanno privato di qualcosa".
"E voi privatevi di ancor più cose, ragazzo".
"Mi prendete in giro?"
"Affatto... Se vi fate privare di qualcosa senza rispondere adeguatamente avete perso".
"Quindi, secondo voi, se mi tolgono qualcosa, per vincere devo togliermene altre da solo?"
"Certo. Io lo feci nella quarantena di sette anni fa".
"E di cosa vi privaste?"
"Dovevo attendere più di venti giorni sulla nave. Erano mesi che aspettavo di far porto e di godermi un po' di primavera a terra. Ci fu un'epidemia. A Port April ci vietarono di scendere. I primi giorni furono duri. Mi sentivo come voi. Poi iniziai a rispondere a quelle imposizioni non usando la logica. Sapevo che dopo ventuno giorni di un comportamento si crea un'abitudine, e invece di lamentarmi e crearne di terribili, iniziai a comportarmi in modo diverso da tutti gli altri. Prima iniziai a riflettere su chi, di privazioni, ne ha molte e per tutti i giorni della sua miserabile vita, per entrare nella giusta ottica, poi mi adoperai per vincere.
Cominciai con il cibo. Mi imposi di mangiare la metà di quanto mangiassi normalmente, poi iniziai a selezionare dei cibi più facilmente digeribili, che non sovraccaricassero il mio corpo. Passai a nutrirmi di cibi che, per tradizione, contribuivano a far stare l'uomo in salute.



Il passo successivo fu di unire a questo una depurazione di malsani pensieri, di averne sempre di più elevati e nobili. Mi imposi di leggere almeno una pagina al giorno di un libro su un argomento che non conoscevo. Mi imposi di fare esercizi fisici sul ponte all'alba. Un vecchio indiano mi aveva detto,anni prima, che il corpo si potenzia trattenendo il respiro. Mi imposi di fare delle profonde respirazioni ogni mattina. Credo che i miei polmoni non abbiano mai raggiunto una tale forza. La sera era l'ora delle preghiere, l'ora di ringraziare una qualche entità che tutto regola, per non avermi dato il destino di avere privazioni serie per tutta la mia vita.
Sempre l'indiano mi consigliò, anni prima, di prendere l'abitudine di immaginare della luce entrarmi dentro e rendermi più forte. Poteva funzionare anche per quei cari che mi erano lontani, e così, anche questa pratica, fece la comparsa in ogni giorno che passai sulla nave.
Invece di pensare a tutto ciò che non potevo fare, pensai a ciò che avrei fatto una volta sceso. Vedevo le scene ogni giorno, le vivevo intensamente e mi godevo l'attesa. Tutto ciò che si può avere subito non è mai interessante. L' attesa serve a sublimare il desiderio, a renderlo più potente.


Mi ero privato di cibi succulenti, di tante bottiglie di rum, di bestemmie ed imprecazioni da elencare davanti al resto dell'equipaggio. Mi ero privato di giocare a carte, di dormire molto, di oziare, di pensare solo a ciò di cui mi stavano privando".
"Come andò a finire, Capitano?"
"Acquisii tutte quelle abitudini nuove, ragazzo. Mi fecero scendere dopo molto più tempo del previsto".
"Vi privarono anche della primavera, ordunque?"
"Sì, quell'anno mi privarono della primavera, e di tante altre cose, ma io ero fiorito ugualmente, mi ero portato la primavera dentro, e nessuno avrebbe potuto rubarmela piu".



E così che vi auguro di rimanere calmi e fiduciosi, proteggiamoci per gli altri, per noi e per i nostri figli. Passerà un giorno e anche se non saremo più quelli di prima, sicuramente saremo tutti più attenti, più umili e non daremo più nulla per scontato. Prendiamola come una lezione di vita, anche se crudele e violenta, ma con un grande insegnamento: amare e proteggere quello che abbiamo. Conoscete tutti, Aladdin, ma non questa versione toccante, piena di tenerezza, dolcezza e amore, cantata da un ragazzo con sua madre. Un trionfo di emozioni! 
A Whole New World (mother- son duet)  
Official YouTube channel for South African based singer-musician Ashur Petersen.
With Aladdin being the #1 movie in the world, I thought I would do this beautiful song with my beautiful mother :)


                      Nothing better than a son that treats his mom like the queen she is!
      Non c'è niente di più bello di un figlio che tratta sua madre come una regina, che lei è.



Mio Dio, voglio dedicarti un minuto, non per chiederti qualcosa, ma per ringraziarti di tutto quello che ho.










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