martedì 8 dicembre 2015

Gli angeli dei nostri tempi


Non amare perchè così ti senti bene, ti senti felice, ti senti volare.
Ama  per amare, perchè senza l’amore la tua vita non avrebbe valore.
L’amore non può valere tanto o valere poco. L’amore non abita nel mondo dell’Avere.
L’amore abita nel mondo dell’Essere, dove tutto semplicemente E’.
L’amore non è una cosa, non è nelle cose, ma nel cuore, nella mente, nell’anima.
E anche quando non hai  qualcuno vicino, oppure quando quello che hai non è il sogno,
anche quando la luce della tua vita è fioca, ama per amare.
Omar Falworth


Sono le piccole cose ad occupare nel cuore gli spazi più profondi.
Come tesori nascosti, i piccoli gesti, le parole delicate,
i gesti d’amore autentici, sono quelli che ci porteremo dentro per sempre
Anton Vanligt


L'amore non sta nell'altro, ma dentro noi stessi. Siamo noi che lo risvegliamo, ma per far sì che ciò accada, abbiamo bisogno dell'altro.
Paulo Coelho 
Donare l'amore ai "figli di un Dio minore", così si chiamano quei 300 minori italiani disabili che nessuno vuole adottare. Voglio dedicare questo post a tutte le persone fantastiche e generose d'animo che coraggiosamente hanno preso, o stanno prendendo la decisione di allargare la loro famiglia adottando un bambino con handicap. Non esiste gesto più nobile e meritevole. Sono anch'io madre di un figlio grande con tetraparesi spastica e posso dire che la vita di quelle famiglie sicuramente cambierà in meglio, anche se dovranno affrontare ostacoli enormi. Pazienza, determinazione e soprattutto voglia di dare: solo così si arriva in alto. Le soddisfazioni più grandi arrivano sempre da grandi sacrifici.


Federico oggi è un ragazzo sorridente che ama i videogiochi, colleziona figurine e fa equitazione. Ha trovato dei genitori che lo amano, ma non tutti i bambini soli con handicap hanno questa fortuna. Dai dati fornitici dal Dipartimento per la Giustizia Minorile, risulta che nel febbraio 2014 trecento minori disabili attendevano ancora di essere adottati. La quasi totalità ha “gravi e gravissime condizioni psicofisiche, con handicap e disabilità, disturbi comportamentali e deficit cognitivi”. L’età media è di dieci anni: 62 sono più piccoli, mentre 137 ne hanno più di 15. Il ministero ci fa sapere che, tra questi, 17 minori hanno rifiutano l’adozione a causa di precedenti tentativi non andati a buon fine. “I bimbi disabili sono figli di un dio minore”, afferma Frida Tonizzo, consigliera di Anfaa, Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie.  “Questi trecento bambini sono stati dichiarati adottabili da anni ma le istituzioni preposte non sono mai intervenute attivamente per garantire loro una famiglia. Hanno poi scaricato sui minori che hanno ‘rifiutato l’adozione’ la colpevole responsabilità di chi doveva continuare a cercare dei genitori per loro”.
Il diritto a vivere in una famiglia:
La legge 184/1983 stabilisce che tutti i minori, anche quelli con disabilità, hanno il diritto di crescere ed essere educati nell’ambito di una famiglia. Non ci sono dati recenti su quanti bambini disabili siano stati effettivamente adottati in Italia. Gli ultimi risalgono al 2011, quando il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aveva calcolato che poco meno di un minore accolto su dieci presentava qualche forma di disabilità. In particolare il 7 per cento aveva problemi psichici, il 2% aveva una disabilità plurima, l’1% difficoltà fisiche e lo 0,4% una disabilità sensoriale.
Una vita in istituto: 
Dalle segnalazione arrivate alle associazioni che fanno parte del Tavolo nazionale affido risulta che molti neonati con problemi fisici o intellettivi rimangono in ospedale oltre il tempo strettamente necessario per le cure. Nell’attesa che il tribunale dei Minori trovi loro dei genitori, la maggior parte finisce in istituti a valenza sanitaria da dove difficilmente esce per un successivo collocamento in famiglia. “Il ministero non ha ancora fornito indicazioni su dove vivono questi minori, se in comunità o in strutture residenziali sanitarie. La deprivazione di cure familiari peggiora la loro condizione di disabilità. Ultimamente una famiglia dell’Anfaa ha accolto un bambino che non sapeva parlare perché nessuno aveva capito che era sordo, nessuno si era accorto di quanto soffriva”, racconta Tonizzo. Una volta raggiunta la maggiore età, i ragazzi non adottati dovrebbero essere collocati in strutture per adulti. “Hanno diritto all’assistenza residenziale ma non sempre questo avviene, se il tutore o l’amministratore di sostegno non si è occupato di loro quando erano dei bambini, è difficile che lo faccia dopo”, afferma Tonizzo.
Un contributo alle famiglie che li accolgono: 
Il Tavolo nazionale affido ha chiesto al governo di dare un contributo economico alle famiglie che accolgono minori con età superiore a 12 anni o con un handicap accertato, come già prevede l’articolo 6 della legge 184/1983. Domandano poi che venga al più presto attivata la Banca dati nazionale dei minori adottabili prevista dalla legge 149/2001: per ora è operativa soltanto in undici tribunali su 29. Questo strumento serve a trovare i genitori più adatti in base alla condizione del bambino e ad accelerare l’iter burocratico. “Bisogna fare appelli mirati per i minori disabili, non basta cercare le famiglie tra quelle che hanno dato la loro disponibilità”, spiega Tonizzo. “Non devono essere lasciate sole, molte mamma e papà, dopo l’adozione, si sono trasformati in veri e propri infermieri per i loro figli”.


Fare rete e aiutare le famiglie adottive: 
Affrontare le difficoltà che una adozione speciale comporta non è impossibile, come racconta Grazia Di Giannantonio che ha adottato due ragazze, una con la sindrome di Robinow e una con un ritardo mentale. “Una famiglia può sostenere una realtà così complessa solo se ha attorno una rete di sostegno. Una volta che l’adozione va a buon fine, le istituzioni non possono sparire, serve un sopporto psicologico e medico”, racconta. “Ho avuto spesso dei ripensamenti, non avevo gli strumenti per capire e se tornassi indietro farei sicuramente meno errori. Adesso però siamo una famiglia felice, guardo le mie figlie e mi sembrano bellissime. Mi sento accettata come madre nonostante i miei difetti. Alle mamme e ai papà che stanno per accogliere bambini disabili voglio dire di andare oltre l’handicap. Il tribunale spesso si sofferma solo sui lati negativi a cui andranno incontro, invece devono sapere che con il tempo scopriranno nei loro figli degli aspetti meravigliosi, anche nei casi di disabilità più grave. Per me adottare le mie figlie è stata una opportunità immensa. Da fuori io e mio marito sembriamo coraggiosi, ma in realtà la nostra forza è stata quella di aver saputo apprezzare il bello della nostra scelta”.
Maria Gabriella Lanza
Fonte: Redattore Sociale 

Gli angeli dei nostri tempi sono tutti coloro che si interessano agli altri prima di interessarsi a se stessi.

Wim Wenders

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