domenica 5 novembre 2017

Finchè ci sarà il Colosseo ci sarà Roma



Quando si è visto questo monumento ogni altra cosa sembra meschina, è così grande che la sua immagine non si può contenere tutta nello spirito; ce lo ricordiamo più piccolo e se vi ritorniamo, ci sembra più grande. 
J.W. Goethe (Viaggio in Italia 11.11.1786)


Ci sono giornate speciali nella nostra vita dove ci accorgiamo di essere al posto giusto nel momento giusto, con la persona giusta. Così è capitato a me, pochi giorni fa, in una mattinata calda del 2.novembre 2017 accompagnata da un amico "cicerone" sorridente e molto preparato, con un cielo azzurro e un sole magnifico. Finalmente dopo tanti anni che vivo a Roma ho realizzato un grande sogno, visitare uno dei posti più belli del mondo, la maestà del Colosseo, il simbolo più potente dell'Impero Romano. 
Sono rimasta così affascinata di questo luogo magico pieno di storia e tracce indelebili che sembrava il tempo si fosse fermato. Abbiamo girato ogni angolo fino al tramonto. Grazie caro Maurizio! Anche se questo luogo in antichità fu centro di orrore, paura e carneficina con tanto sangue, oggi è simbolo di pace al punto che ormai è tradizione consolidata che i pontefici celebrino la Via Crucis il venerdì Santo. 


Il Colosseo, originariamente conosciuto come Amphitheatrum Flavium o semplicemente come Amphitheatrum, è il più grande anfiteatro del mondo, in grado di contenere un numero di spettatori stimato tra 50.000 e 80.000, situato nel centro della città di Roma.


Il nome "Colosseo" si diffuse più probabilmente dalla vicinanza della colossale statua bronzea di Nerone che sorgeva nei pressi. L'edificio divenne simbolo della città imperiale, espressione di un'ideologia in cui la volontà celebrativa giunge a definire modelli per lo svago e il divertimento del popolo.


I gladiatori 
In età romana gli spettacoli gladiatori, perso l'originario legame con i giochi funebri, divennero uno spettacolo molto popolare. I gladiatori potevano essere prigionieri di guerra, schiavi, condannati alla pena capitale o ai lavori forzati. Raramente uomini liberi sceglievano tale mestiere per desiderio di fama o solo per brevi periodi. 


In età repubblicana le armature si ispiravano a quelle dei popoli nemici. Solo in età Augustea si definirono i tipi gladiatori in base agli armamenti: il thraex, l'oplomachus, il murmillo, il retarius, il provocator, il contraretiarius, il secutor, l'eques. I combattimenti erano bilanciati secondo le armi di difesa e offesa. Gli equites, dotati di lancia spada e piccolo scudo si affrontavano a cavallo.


Gli spettacoli erano organizzati da un editor, un magistrato o a Roma, l'Imperatore che curava spese di allestimento, reclutamento dei gladiatori e approvvigionamento di animali. 
I giochi erano offerti gratuitamente al popolo in occasione di festività o celebrazioni speciali: vittorie militari, incoronazioni, anniversari e potavano durare diversi giorni, come avvenne per i 100 giorni dell'inaugurazione dell'Anfiteatro. Gli animali entravano nell'Anfiteatro attraverso la galleria sotterranea orientale ed erano sollevati sul piano dell'arena mediante un complesso sistema di montacarichi. Grandi animali, quali elefanti, rinoceronti e ippopotami entravano direttamente dall'ingresso orientale. 
La giornata di giochi, pubblicizzata da annunci sui muri della città, si apriva con una sfilata: l'editor preceduto da musici che accompagnavano gli spettacoli, i portatori di cartelli con le motivazioni delle condanne capitali e i nomi dei combattenti. Sfilavano infine i protagonisti: gladiatori in armi da parata, cacciatori riccamente abbigliati e incatenati, i condannati al supplizio. 


In mattinata si svolgevano le cacce e si seguivano le condanne a morte mediante animali, nell'intervallo potevano avvenire esecuzioni diverse dalla damnatio e nel pomeriggio seguivano i giochi gladiatori. La vigilia dei giochi ai gladiatori era offerta una coena libera (ultima cena) in cui esprimere le ultime volontà. 


I supplizi 
Per la cultura romana la condanna a morte è la giusta punizione di un delitto, da eseguire in pubblico quale esempio. Nella tarda antichità furono eseguite condanne a morte mediante spada o fuoco. I condannati indossavano tuniche imbevute in sostanze infiammabili: iniziate le danze, si appiccava il fuoco alle veste e la danza si trasformava in drammatiche contorsioni. 


I combattimenti gladiatori
Il gladiatore sconfitto poteva chiedere la grazia o essere ucciso. Concedere la grazia era compito dell'editor, a Roma dell'Imperatore. La fine dei munera: l'alto costo degli spettacoli comportò una selezione poco accurata dei combattenti, le cui mediocri prestazioni generarono disinteresse nel pubblico. Il sangue dei gladiatori, raccolto con spugne alimentava un redditizio commercio: bere sangue umano era considerato un potente rimedio contro l'epilessia. fonte Colosseo
Tutti abbiamo visto il film colossal, campione di incassi record con ben 5 premi Oscar, il capolavoro di Ridley Scott "Il Gladiatore"con Russell Crowe e Joaquin Phoenix che ci ha tenuti inchiodati alle poltrone dall'inizio fino alla fine. Questo film ha contribuito notevolmente ad aumentare il numero di visitatori del Colosseo, molto probabilmente raggiungendo il traguardo dei 7 milioni di presenze nel 2017, confermandosi l’area archeologica con biglietto più visitata al mondo!
La colonna sonora del film "Now We Are Free" è un brano emozionante composto da Hans Zimmer e cantato da Lisa Gerrard. 
Il Generale che diventò uno schiavo, lo schiavo che diventò un Gladiatore, il Gladiatore che sfidò l'Impero e nascerà un eroe.
"Al mio segnale, scatenate l'inferno!" Massimo Decimo Meridio



Una volta c'era un Sogno e quel Sogno era Roma...il mio Sogno! 

























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